È ben noto che la corrosione costituisce ovunque una delle maggiori cause di deterioramento delle strutture di calcestruzzo armato, compreso quello precompresso. La quantità di strutture di calcestruzzo armato sta fortemente crescendo in tutto il mondo e perciò con esse aumenta la necessità di metodi e di prodotti di manutenzione, di facile applicazione e di basso costo. La carbonatazione e la presenza di sali clorurati nel calcestruzzo, costituiscono un pericolo per lo strato di passivazione (strato protettivo di ossidi) presente sull'armatura di acciaio al carbonio. Il calcestruzzo è destinato nel corso del tempo a perdere le sue caratteristiche protettive a causa della riduzione del suo pH ed in tali condizioni il film di ossidi viene distrutto, dando inizio al processo di corrosione.
Anche ogni variazione di spessore della copertura cementizia dell'armatura, la qualità di detta copertura e la concentrazione di cloruri intorno all'armatura creano condizioni corrosive similari. In tali condizioni si formeranno pile locali di corrosione in aree dette anodiche.
Altre zone dell'armatura, in cui la situazione si presenta relativamente meno corrosiva e aggressiva, restano passivate (da uno strato protettivo di ossidi). Queste zone sono dette catodiche. La presenza simultanea di aree anodiche e catodiche dà luogo a reazioni elettrochimiche. Nelle aree anodiche, queste reazioni elettrochimiche convertono l'acciaio dell'armatura in ossidi di ferro (ruggine).
Quei prodotti di corrosione che si formano possono avere un volume da 5 a 10 volte quello dell'armatura originale di acciaio. Per questo motivo, le sollecitazioni che si creano all'interno del calcestruzzo possono portare alla fessurazione e alla frantumazione della copertura cementizia. La perdita di acciaio e di calcestruzzo potrebbe anche indebolire la struttura e costituire un pericolo per la sicurezza.